venerdì 6 luglio 2012

Il Lagotto che non va a tartufi

Il Lagotto Romagnolo sta acquisendo sempre maggiore popolarità in Italia (all'estero, soprattutto paesi scandinavi, è già famosissimo) oltre che come cane da tartufi anche come cane da compagnia. Di conseguenza aumenta il numero di lagotti che non lavorano regolarmente. Ma come vive un lagotto il non-lavorare?
E' possibile che un lagotto viva serenamente senza mai vedere un bosco o un tartufo?
La risposta a mio avviso non si riassume con un semplice "si" o "no" ma prevede delle condizioni ben precise.
SI se al Lagotto viene fornita una attività collaterale in cui impegnarsi, che sia la ricerca di oggetti o bocconcini (perchè no di persone), l'agility, l'obedience, la raccolta delle uova o qualunque cosa vi venga in mente purchè soddisfi il suo bisogno di sentirsi utile e realizzato. Non dimenticate che stiamo parlando di un cane da lavoro, che da secoli è sempre stato impegnato in qualcosa (dal riporto in acqua al tartufo).
Anche se il lagotto è decisamente più calmo rispetto ad altre razze da lavoro e si gode i momenti di relax molto bene non vuol dire che non abbia bisogno di usare il cervello e le gambe in qualche attività. Lagotti che non si impegnano in nulla (escluse le coccole sul divano) alla lunga si stressano molto, diventano depressi o irascibili, scavano buche in giardino in maniera insistente (tendenza che hanno già normalmente ma che diventa davvero esagerata), abbaiano molto, possono addirittura arrivare a leccarsi insistentemente una zona del corpo.
Non basta portare il lagotto a fare una passeggiata per soddisfare i suoi bisogni, lui ha necessità di LAVORARE! Si accontenta di una frequenza settimanale ma rimane comunque il suo bisogno di impegnarsi in qualche attività regolarmente.
Ovviamente il tutto contornato da giochi, passeggiate nei boschi, nuotate.
Tra l'altro sono cani che recuperano molto lentamente lo stress per cui su un cane che non è sereno e appagato potrebbe occorrere molto tempo per ristabilire un equilibrio.

NO,  se pensate di far crescere il vostro lagotto a suon di coccole, divano e giochi banali o sempre uguali, non vivrà affatto bene perchè per quanto possa essere importante il vostro amore non gli basta!
Per un lagotto è molto meglio vivere fuori in giardino ma lavorare regolarmente col proprietario piuttosto che stare su un divano a poltrire 365gg all'anno.

Rimangono comunque cani dolcissimi, giocherelloni, affidabili compagni di bambini e di passeggiate, sensibili al punto tale da tenere dentro le sofferenze senza "disturbare" il proprietario. Sta a noi accorgerci di un eventuale loro disagio.
Oltre alla cerca del tartufo (che rimane comunque il lavoro per eccellenza) possono davvero fare moltissime attività collaterali, a volte basta anche solo un pò di fantasia del proprietario per rendere felice un lagotto!


1 commento:

  1. Condivido quello che hai scritto, tuttavia porto la mia esperienza in proposito. Ho una lagotta di 9 anni presa da Franco Billa a quattro mesi d'età. Abito in provincia di Sondrio e quindi di tartufi manco l'ombra. La cagnetta ci segue sempre nelle nostre uscite alpinistiche facendo anche dislivelli di 1000 metri. Al ritorno è letteralmente esausta anche se sembra più corretto dire appagata. Vive in casa e se riesce a guadagnarsi il letto è il ritratto della felicità. Mangia 150 grammi di ottime crocchette al giorno in due volte e non disdegna i bagni nei fiumi anche d'inverno. Insomma io se dovessi definire il lagotto sulla base della mia esperienza dico: un cane rustico, gran camminatore che in casa diventa come un gatto. E nelle giornate di pioggia si adatta accontentandosi di un paio di giretti dell'isolato (tanto sa che poi esce nuovamente il sole)


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