In occasione del raduno di Bagnara di Romagna oltre ad aver avuto la possibilità di vedere tanti lagotti di ogni provenienza, sono sorte anche tante domande, dubbi, perplessità.
In modo particolare quando il giudice spiegando i motivi della sua scelta dice:" Vedo dei tipi da lavoro" e inizia a illustrare un pò la differenza con dei presunti tipi da expo. Il rischio è altissimo di finire come altre razze in cui si fa distinzione tra lavoro e bellezza (ahimè), quando per il lagotto questo discorso non è mai esistito finora, è e deve rimanere un cane da lavoro, motivo per il quale la razza è stata recuperata. Per fortuna il Club è molto deciso in merito alla questione, la razza è una e va mantenuta per le sue capacità lavorative, la bellezza è solo funzionale al lavoro e niente più.
Guai a cadere nel tranello della bellezza prima di tutto, si perderebbe di vista l'obbiettivo e la funzione della razza, penalizzandola e vanificando il lavoro fatto finora.
Le esposizioni andrebbero intese come una momento di conferma che il lavoro di selezione fatto è conforme ad uno standard morfologico ma che, ricodiamocelo, valuta solo l'aspetto esteriore del cane.
Altre cosa sono le prove di lavoro dove se il cane non è capace di cercare non c'è nulla da fare... lì vengono valutati tanti aspetti del lavoro del cane, decisamente più utili alla razza.
Quindi ricordate sempre, meno attenzione alle frivolezze e più alla sostanza del cane, il lagotto è rustico e tale deve rimanere, brioso, attento e capace, insomma un perfetto cane da lavoro!
Altra considerazione va fatta per affermazioni che premiavano una struttura del lagotto tendente al rettangolo invertito, assolutamente scorretta per i lagotto (e qui che l'importanza dello standard deve farsi sentire) che è un cane praticamente quadrato, in cui però un 10% di lunghezza è tollerata, se così non fosse non avrebbe la giusta spinta del posteriore e di conseguenza non sarbbe più un trottatore.
Quindi estrema attenzione alla morfologia in funzione del lavoro che il cane deve compiere, le angolature, la lunghezza degli arti, larghezza di testa e muso, tutto è correlato alla funzione. Si vedono sempre più lagotti stretti, con crani piccoli nei diametri trasversali che non lasciano quindi spazio ad un muso largo e un tartufo altrettanto ampio, indispensabile per un cane da tartufo. Lo standard serve a questo, a confermare che un cane bravo sul lavoro corrisponde alle caratteristiche di razza e porta alle generazioni future tutte le prerogative che un lagotto dovrebbe avere, va di pari passo con le capacità lavorative del cane, l'uno inscindibile dall'altro.
Abbiamo in mano una razza preziosa e antica ma il rischio di rovinarla è ad un passo, tenete duro lagottisti, non cedete all'apparenza, se il lagotto è un cane straordinario lo deve alle qualità sviluppate andando a tartufi e a caccia con l'uomo per centinaia d'anni, selezionare su base esclusivamente morfologica vuol dire perdere inevitabilmente la razza.
Come dicono gli inglesi per le loro amate razze da lavoro: "Brain before beauty" il che non vuol dire selezionare cani brutti o non corrispondenti allo standard ma portare avanti una selezione non basandosi solo su un criterio estetico.
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